La scarpata

Non ci sarebbe stata nessuna scarpata senza una vasca di raccolta dell’acqua piovana.

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E senza una vasca di raccolta dell’acqua piovana questa zona trascurata e incolta a sud della casa probabilmente sarebbe rimasta tale.

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Nel 2009, dopo una stagione invernale tra le più piovose, nasce l’idea di una cisterna che accumulasse le acque meteoriche provenienti dai tetti. Per un’azienda agricola che non vuole prescindere da un discorso di sostenibilità, la cisterna sarebbe stata la giusta soluzione ad una duplice esigenza: ottimizzare le risorse che la natura ci offre e  ridurre i consumi idrici.

Nel 2011 la vasca era una realtà: 15 metri di lunghezza, 5 m di larghezza, 2 metri di altezza (utili m 1,80) per una riserva d’acqua pari a 1350 quintali.

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A destra la vasca a sinistra il pendio pulito dalle erbacce e dai sassi.

L’irrigazione estiva dell’orto e del giardino, concepito già quest’ultimo come giardino a bassa manutenzione, sarebbe stata finalmente affidata alla vasca, con mia grande soddisfazione. Per qualche anno, confidando sul fatto che le piante a dimora fossero specie resistenti alla siccità, avevo provato a rinunciare all’irrigazione, ma con scarsi risultati, dovendo amaramente constatare che, quando in estate le temperature arrivavano a toccare i 38°C e per diverse settimane di seguito non cadeva una goccia d’acqua, anche le piante cosiddette da secco necessitavano di annaffiature.

Dopo due anni di utilizzo della cisterna io e la mia famiglia possiamo dire oggi di non esserci pentiti di questo investimento.

Le piogge abbondanti degli ultimi anni, infatti, fanno sì che la vasca dopo il consumo estivo si riempia nel giro di tre mesi!

Tuttavia…

“La soluzione di ogni problema è un altro problema” diceva Goethe.

La vasca, necessaria sì dal punto di vista pratico, ma certamente non bella dal punto di vista estetico avrebbe dovuto essere il meno possibile a vista. Alla scarpata veniva dunque affidato questo compito: valorizzare il più possibile l’area in questione così come ai muretti perimetrali in pietra e al lapillo vulcanico come pavimentazione (in attesa di qualche idea più originale).

Al pendio che sovrasta la vasca viene aggiunta la terra mancante

Al pendio che sovrasta la vasca viene aggiunta la terra mancante

Di seguito uno schizzo di progetto della scarpata

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Il pendio con le giovani piantine a dimora.

Oggi la scarpata si presenta così:

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A marzo le fioriture del timo serpillo e dell’anemome sylphide

Ad aprile l’allium christophii spunta tra il fogliame delle lavande.

La scarpata a luglio con lavande fiorite e allium spherocephalum.

L’impianto è fedele al disegno tranne che per gli agapanthus ai quali ho dovuto rinunciare, avendo sperimentato che il pieno sole non è per loro proprio l’esposizione ideale.

Come ho già detto la copertura della vasca con circa 5 cm di lapillo vulcanico è soltanto temporanea: vorrei evitare questo effetto piazza vuota…

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spezzando la monotonia con un gioco di percorsi basati sulla variazione data da ghiaia di diversi colori e dimensioni in associazione a pietre e altri materiali; un qualcosa simile a queste immagini trovate in rete.

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Voglio godermi la fioritura delle lavande in questa foto della scarpata, scattata al mattino visto che dovrò cominciare in questi giorni a potarle. Eh sì, un errore che si fa spesso è proprio quello di lasciare per troppo tempo sulla pianta le spighe fiorite, dando modo alla lavanda di perdere la sua bella forma sferica e di lignificare troppo svuotandosi della parte verde.

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4 thoughts on “La scarpata

  1. E bellissima Anna Maria. Hai scelto esattamente che avevo scelto io. Interessante che dice che l’Agapanthus e meglio in ombre, i miei cercano il sole, quante e vero che hanno bisogna di acqua dopo la fioritura per privilegiare i fiori per l’anno successivo.

    • Che bello ricevere commenti da te Christina! Anche la scarpata quest’anno con le piantine un po’ piú grandi ha cominciato a darmi qualche soddisfazione. Peccato per gli agapanthus… Ne ho uno in pieno sole ma non riesce a crescere e non ha mai fiorito.

  2. Come sempre complimenti per l’articolo e per tutta la meticolsità che metti nelle tue cose. Ho sognato anche io una vasca di raccolta per l’acqua piovana! Questa mi sembra fantastica!

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